martedì 26 aprile 2011

Flannery O'Connor scrittrice doppiamente irregolare: cattolica e sudista



"La narrativa riguarda tutto ciò che è umano e noi siamo polvere, dunque se disdegnate di impolverarvi, non dovreste tentar di scrivere narrativa"

Provate a chiedere in giro tra i vostri amici, anche tra quelli che mediamente leggono abbastanza. Difficilmente troverete qualcuno che conosca Flannery O'Connor. In Italia molte delle sue opere sono state tradotte, ha i suoi estimatori, ma nell'insieme resta una scrittrice un po' di nicchia. Eppure i suoi racconti sono di una bellezza stupefacente. Pietro Citati ha scritto: "A poco più di vent'anni possedeva già una straordinaria perfezione nell'arte del racconto: mai un errore di tocco, mai un particolare fuori luogo; la più difficile tra le arti era naturale per lei come il respiro". E Attilio Bertolucci dichiarò di essere stato "folgorato" dai suoi testi.  Ecco, non trovo esagerato l'aggettivo di Bertolucci per descrivere l'impressione che lascia l'incontro con i suoi racconti e con la sua figura.

Flannery nasce nel 1925 in Georgia.