mercoledì 2 marzo 2011

Scuola pubblica scuola privata

Questione complicata, a parlarne seriamente. E questione che va al di là della divisione laici/cattolici perché riguarda il diritto di scelta della linea educativa, diritto che starebbe nella disponibilità della famiglia e non dello stato più o meno etico. E' a questa posizione, propria del liberalismo non giacobino a partire da Luigi Einaudi,  che da decenni fa riferimento il mondo cattolico.

Per dirla tutta c'è da aggiungere che in Italia, grazie agli accordi concordatari, i vescovi nominano insegnanti di religione per le scuole pubbliche che poi, cumulando i punteggi, possono trasmigrare in altre discipline, scalando le graduatorie a scapito di colleghi che non godono di questo singolare canale. Ancora, grazie  a una (in questo caso) ambigua lotta al precariato gli insegnanti nominati per la religione a un certo punto diventano di ruolo: questa operazione fa venire meno il principio della fiduciarietà, anche perché - se il vescovo ritira la fiducia- loro di ruolo restano comunque, e vanno ad occupare cattedre di altre materie.  In presenza di questa intrusione di privilegio clericale nella scuola pubblica resta un po' difficile parlare di libertà educativa e di libertà di scelta senza arrossire, al di là dello stretto merito della questione.

D'altra parte c'è una diffusa ipocrisia e una diffusa pratica di "doppia verità" in certi difensori della scuola pubblica ad ogni costo, quelli che vedono in ogni accenno alla libertà educativa un attacco alla laicità, alla resistenza, all'antifascismo e non so che altro. 

Se scendiamo dai piani alti dei principi e andiamo nella vita concreta scopriamo che il ragazzo tredicenne che dal palco ha recitato la sua invettiva contro Berlusconi frequenta l'Istituto San Carlo di Milano, uno dei vertici delle private milanesi. Sui social network gira l'informazione che in scuole private studiano i figli di Anna Finocchiaro, la figlia di Giovanna Melandri, le figlie di Francesco Rutelli,  il figlio di Nanna Moretti, i nipoti di Fausto Bertinotti, la figlia di Michele Santoro. Non ho controllato, ma non ci troverei niente di male: utilizzano il diritto alla scelta educativa che è proprio delle famiglie; certamente pagano rette più o meno consistenti. Ma il problema -dico il problema, non la soluzione - di chi chiede che una parte dei suoi oneri fiscali possa essere sgravato dalla spesa della retta forse lo potrebbero intravedere anche loro.
Anche sul finanziamento - a parlarne seriamente - la cosa si fa complicata, perché il clericalismo più clientelare preferisce gli aiuti  erogati direttamente alle scuole private, mentre il liberalismo non giacobino e non azionista preferirebbe l'arma dello sgravio fiscale e/o del buono scuola, che ciascuno spenderebbe dove vuole: e via con la competizione, con lo stato che controlla la qualità degli insegnanti e verifica i risultati delle scuole. Ognuno può vedere come siamo lontani anni luce da soluzioni che in paesi anche non cattolici sono già largamente presenti e come il dibattito su questi argomenti si trasformi immediatamente in una rissa mediatica in cui non c'è modo di chiarire ragioni e posizioni.

L'intervento di Berlusconi, fatto con le sue modalità abituali, avrebbe potuto dare l'opportunità di discutere senza ipocrisie, facendo anche la tara dell' avvelenamento ideologico che si praticherebbe nelle scuole pubbliche e di conseguenza non nelle private. Ma crede davvero che nelle scuole private, soprattutto cattoliche, circolino principi e ideologie tanto diverse? Davvero pensa  che tutta quella gente saldamente di sinistra manderebbe i figli nelle scuole private se sapesse che se li "lavorano"  insegnanti che li distolgono dalle visioni progressiste della vita e della cultura? O piuttosto pensano di far frequentare  ai loro figli delle scuole care ma tecnicamente buone? E magari - questo sì un po' singolare per gente che si proclama di sinistra- ben frequentate, senza figli di emigrati, senza complicati inserimenti di rom, senza ragazzi difficili di periferia? Insomma senza tutti quei fastidi che ritengono educativi e democratici ... per i figli degli altri, la gente comune che -orrore- guarda la tv e la vorrebbe di 50 pollici a schermo piatto in 3D, va nei supermercati, aspira a comprare una villetta a schiera, frequenta luoghi di vacanza di massa e per di più magari vota a destra.
Ecco: ma lui lo sa che Travaglio si è formato dai padri salesiani? ovvero che, come lui del resto, è un ex allievo dei figli di Don Bosco?

Su questo tema interessante iniziativa del Foglio

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