venerdì 9 novembre 2018

Il centrodestra ci prova in Toscana. Con il "patto della bistecca"


In Toscana i contendenti si stanno riscaldando per la battaglia delle elezioni regionali.
Per la verità alcuni anni fa -quelli del mitico 40%- il centrodestra fu vicino alla possibilità di giocarsi la partita della conquista della Regione. Ma da più parti si sospetta – e si dice- che in sostanza ci rinunciò per accordi e spartizioni di influenze (e convenienze) ai vertici. Di fatto, al di là dei retroscena, è vero che una battaglia vera, fatta con convinzione e con tutte le armi lecite, non fu combattuta, e cominciarono gli anni del declino, quando anche le città governate dal centrodestra (Lucca, Prato, Grosseto, Arezzo) e conquistate durante gli anni “mitici” caddero una ad una.
I primi segnali di una nuova svolta si ebbero con la vittoria di Antonfrancesco Vivarelli Colonna a Grosseto e di Alessandro Ghinelli ad Arezzo. Poi, come una valanga sospinta dal crescente consenso della Lega, dopo le clamorose ed emblematiche vittorie di Susanna Ceccardi nella rossissima Cascina, di Silvia Chiassai nella boschiana Montevarchi, è stata la volta di Pistoia, Pisa, Siena e Massa. Lucca è stata persa per un pugno di voti, su cui hanno pesato anche divisioni e frammentazioni sul versante moderato della coalizione. Intanto anche Livorno e Carrara sfuggivano al PD e venivano conquistate dai 5Stelle. 

In pochi anni la Toscana ha cambiato decisamente i colori di fondo del suo panorama politico. Adesso si attende con una certa apprensione il 2019, con la competizione per il Comune di Firenze e con la madre di tutte le battaglie, quella per il governo della Regione.
I presupposti per giocarsela e vincere ci sono tutti, ma fino ad ora il quadro delle alleanze non era stato indicato diciamo così con sicurezza adamantina. Perciò si deve registrare con molto interesse il fatto che, per iniziativa della Ceccardi, tutti i sindaci dei capoluoghi provinciali (Vivarelli Colonna di Grosseto, Alessandro Ghinelli di Arezzo, Luigi De Mossi di Siena, Francesco Persiani di Massa, Michele Conti di Pisa e AlessandroTomasi di Pistoia) si siano ritrovati a un tavolo del Giglio Rosso a Firenze, per concordare le linee dell’azione di governo e per darsi una piattaforma di alleanze in vista delle regionali. L’iniziativa (il cosiddetto “patto della bistecca”) ha suscitato pure qualche mugugno nei confronti del protagonismo leghista, se si deve dare retta alle notizie riportate sul Corriere Fiorentino del 4 novembre:Alla cena tutti sindaci civici vicini a questo o a quel partito del centrodestra, tranne Tomasi, alfiere di FdI, che ne spiega il senso: «Lo progettavamo da molto. Ci siamo visti per scambiarci le buone pratiche, per mettere in piedi una discussione dove si parlasse la stessa lingua, quella delle amministrazioni. Per conoscerci meglio e per preparare delle tattiche concordate. Ci tengo a dire che non vogliamo scavalcare i partiti — precisa Tomasi — che comunque faranno il loro lavoro in sinergia con noi nei prossimi mesi». Il sindaco pistoiese pare mettere le mani avanti per allontanare la polemica, ma l’iniziativa dei sette amministratori non è ovviamente passata inosservata”. 

Al di là delle polemiche e dei sospetti, che si spera non abbiano motivo per avere spazio nelle prossime scadenze elettorali, Vivarelli Colonna - vulcanico e carico di entusiasmo, come al solito-  ha riassunto bene il senso della serata: “Abbiamo creato un gruppo che da adesso in poi si riunirà con scadenze regolari, perché questa è una squadra coesa in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, sia per i rinnovi dei consigli comunali che per il consiglio regionale. Appuntamenti ai quali arriveremo con un centrodestra compatto”. E ancora: “Al Giglio Rosso una nuova energia prende vita #noimuroinvalicabile”.

(Pubblicato  con altro titolo e senza link ipertestuali su l'Occidentale del 9-11-2018)

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