giovedì 13 gennaio 2022

Il cammino di Benedetto

 

L’Appennino non è solo una catena di montagne più o meno adatte alle attività all’aperto così care all’uomo urbanizzato in cerca di spazi diversi: escursionismo, trekking, sci… Tutte cose che vanno bene, anzi benissimo, da fare crescere senza deturpare, facendole diventare sempre più fonte di vita per i paesi e di reddito per gli abitanti.

 

L’Appennino è di più: se lo guardiamo attraverso il tempo – diacronicamente, come si dice – è la rappresentazione a strati della nostra storia, dalla prima apparizione del nome Italia su una moneta a Corfinio nel 90 a.C., ai resti della presenza italico-romana nelle sue cittadine e nei suoi paesi, alle innumerevoli testimonianze della presenza cristiana negli eremi, nei santuari di montagna spesso edificati in luoghi di culto precristiani, all’impronta dei grandi santi fondatori, primo fra tutti Benedetto da Norcia, ma poi via via il lascito dei francescani e dei domenicani, i monasteri cistercensi, la diffusione capillare della pietà “moderna” attraverso le missioni dei Redentoristi e dei Passionisti… Insomma, l’Appennino è anche  un libro di storia e una mappa iconografica della storia italiana più profonda.

È questo il motivo per cui il modo più pertinente di percorrerlo non è quello dell’andare a zonzo o girovagare senza meta, ma quello dei cammini, che partono da un punto e hanno una destinazione, secondo un paradigma che li avvicina ai pellegrinaggi (di cui il Cammino di Santiago è il prototipo). Da un po’ di tempo c’è un interesse crescente per questo tipo particolare di escursionismo e ci si preoccupa non solo di segnarne i percorsi, ma di valorizzarne il contesto, illustrarne il significato storico e “valoriale”.

Uno dei più significativi, per lo spessore spirituale e le conseguenze storiche che sottintende, è quello che comincia a Norcia, patria di Benedetto e termina a Montecassino, monumento-testimonianza del medioevo europeo e martire-testimone dell’ultimo disastroso conflitto dell’Europa sempre più in fuga dalle sue radici.

Bè, lo potete fare anche voi in una ventina di giorni, si attraversano paesi e località pieni di storia e di passato, ma purtroppo dal presente incerto e dal futuro problematico. È il viaggio che hanno fatto subito dopo il lockdown uno studioso, professore di storia prestato alla politica (che mi sembra poco propensa a ridarlo indietro …) e un giornalista-analista di rango insieme ad alcuni amici ben scelti. Dall’esperienza non poteva che uscire almeno un libro, e difatti ne sono usciti due: attorno al viaggio hanno elaborato varie riflessioni, esistenziali, ma anche politiche nel senso migliore. Addirittura il libro del professore-senatore si chiude con un decalogo di indicazioni per fermare il declino e avviare la rinascita. Tutta roba interessante, che magari vedremo di sintetizzare in un prossimo post.

 


Post pubblicato originariamente sulla pagina Facebook l'appenninico ottimista
 

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